L’idea nasce dalla mente del magnate britannico Richard Branson, fondatore del gruppo Virgin. Evidentemente la leggendaria etichetta discografica (Virgin Records) e le altre società del gruppo Virgin non lo stimolavano più.
Tutto inizia nell’ottobre 2011 quando nel deserto del Nuovo Messico viene inaugurato lo “Spaceport America“, il primo aeroporto spaziale della storia. La prima navetta entrata in servizio per il 2012/2013, è SpaceShipOne.
Dal lontano ottobre 2014, quando la navicella SpaceShipTwo è esplosa sopra il Deserto del Mojave poco dopo “lo sgancio” dall’aereo madre provocando la morte del copilota e il ferimento del pilota, è passato molto tempo e nel frattempo Virgin Galactic è cresciuta in tutto. Ieri 11 luglio 2021 è avvenuto il primo volo “turistico” della compagnia, che ha portato Richard Branson e altri tre passeggieri a circa 80 chilometri di altezza (dove secondo gli USA inizia lo “Spazio”).
La Virgin Galactic è al momento l’unica società quotata in Borsa che ha come core business il turismo spaziale. Durante il corso del 2021 le azioni hanno fatto di tutto. Sono salite fino a metà di febbraio grazie all’euforia per i titoli dello spazio. Poi sono scese, beh in assenza di notizie sui test di volo della società c’era da aspettarselo. La nuova corsa ha fatto schizzare il titolo da circa 15$ (quotazione del 13 maggio) grazie ad una notizia bomba: la Federal Aviation Administration (“FAA”) ha aggiornato la licenza di trasporto spaziale commerciale per consentire alla linea spaziale di far volare i clienti nello spazio. Aggiungiamo anche il successo di un nuovo test di volo, ed ecco spiegato il quasi +40% registrato nella sola giornata del 25 giugno. E dopo la “passeggiata” di ieri in mondovisione che fare con le azioni? Sappiamo benissimo che il movimento del titolo è legato alle notizie e sviluppi dei test di volo: lo scorso 2 luglio, dopo la notizia che Branson avrebbe volta nello spazio le azioni hanno portato a casa un altro +23%. Puntarci ora sembra tardi, ma Branson al pari del suo amico Elon Musk è un osso duro e ha deciso di serrare il ritmo dei test in modo da anticipare i primi viaggi spaziali dei clienti. Unica attenzione per noi investitori: al primo ritardo sui test o peggio ancora se ne dovesse fallire qualcuno si rischia un crollo delle azioni. E’ chiaro che la società non naviga in buone acque anzi..è in rosso e lo resterà a lungo. A noi piacciono i pionieri e le opportunità ! Forza Richard! GO GO GO. Altogain è dalla tua parte ma la scommessa sul titolo, ad oggi, non vale la pena.
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