Ci stiamo chiedendo probabilmente tutti cosa non va nel mercato cinese e perché, nonostante i fondamentali forti e la domanda interna elevata.
Dai media si deduce facilmente che l’influenza politica ha avuto un effetto a valanga e che sebbene i dati macroeconomici dimostrano una stagflazione con consumi apprezzabili, l’effetto del processo di ripresa di controllo delle autorità cinesi è appena iniziato.
Il programma “MADE IN CHINA 2025” è una realtà dietro l’angolo e il controllo politico cinese ne è semplicemente l’espressione più recente.
Tuttavia a noi investitori di Altogain importano più i dati e le performance e lasciamo ai siti specializzati le considerazioni politiche. Facciamo quindi una analisi focalizzata sui numeri: se i fondamentali delle aziende sono supportati da una domanda interna considerevole, perché’ questa opportunità non si riflette sul prezzo?
Ingenerale il fair value di uno stock è calcolato con varie metriche. Il costo dell’Equity è in linea semplicistica dato dal prodotto della volatilità e il premio di mercato sottratto il costo del denaro. Il premio di mercato non sconta soltanto il rischio intrinseco della valutazione metrica, ma anche altri rischi regionali, ovvero le condizioni politiche che possono affliggere una regione, vedasi l’influenza del governo di Pechino.
La nostra visione macroeconomica della Cina è basata su due fattori: il primo è la grande esposizione al debito che le aziende cinesi devono fronteggiare a causa di una pianificazione centralizzata dal governo e non libera di rispondere alle leggi della domanda e offerta, nonché’ dell’avanzamento tecnologico; il secondo fattore è la comunità dirigente delle aziende che dovrà necessariamente fare i conti con i rappresentanti del governo. Nei consigli di direzione delle aziende cinesi potranno estendere la loro influenza i rappresentanti del governo (partito) titolari di una percentuale di proprietà dell’azienda e quindi dirigerne (controllare) l’operato.
Quindi il mercato cinese ha perso il suo potenziale? No, assolutamente, ma dobbiamo tenere conto nelle metriche di valutazione il costo dell’intervento del governo, ovvero fattorizzarne le conseguenze. Cosa estremamente ardua da fare numericamente ma non impossibile mantenendo un occhio clinico sulle aziende che si adeguano in maniera veloce e che soprattutto sviluppano un business model in base alle nuove regolamentazioni. Aggiungeremo infatti ai nostri modelli le argomentazioni previste nel modello MADE IN CHINA 2025 che fece andare il presidente Trump su tutte le furie fino a iniziare la Trade War con la Cina.
Tutto qui? No.
Le ambizioni della Cina possono scontrarsi facilmente con un altro grande protagonista della produzione a basso costo, ovvero l’India. Non a caso gli ETF indiani INDA e QDV5 ancora si muovono con forti segnali rialzisti a paragone delle minacce della variante Delta e delle condizioni interne molto marginali, ed è un segnale che va interpretato nella visione macroeconomica mondiale. Vi abbiamo aggiunto un grafico tra INDA e FXC che non nasconde vettori opposti. Altri paesi che faranno competizione sulla produzione a basso costo potrebbero essere il Brasile e il Pakistan, tuttavia sembrano più critiche le condizioni politiche da favorire, ad oggi, l’India.