Incominciamo col dire che la guerra in questa particolare situazione, non conviene a nessuno: le ripercussioni sul mercato sarebbero devastanti dopo il periodo della pandemia.
Le pretese della Russia di occupare territori dell’Ucraina sembrano più un gioco politico che altro. Lo schieramento di truppe ai confini sembra molto una strategia dimostrativa perchè generalmente, chi attacca lo fa di sorpresa. Il rischio di un conflitto c’è ma è abbastanza improbabile. Si risolverà tutto attorno ad un tavolo? E’ la soluzione che tutti si aspettano ma intanto cosa sta succedendo sui mercati?
Ieri abbiamo assistito al “massacro di San Valentino” : investitori in preda al panico e mercato con una volatilità altissima.
Le azioni di Tokyo e Mumbai sono diminuite di oltre il 2% e questo ha creando uno tsunami mondiale di vendite accompagnate dalla vista delle truppe russe che si accumulavano al confine con l’Ucraina . Le borse europee di Francoforte, Parigi e Milano che sono più vicine all’hotspot del conflitto, hanno subito un colpo notevole e hanno trascinato al ribasso anche i futures statunitensi, con i futures S&P 500 in calo dell’1,2%.
Anche gli investitori di criptovalute sono rimasti delusi : l’andamento anche per loro è piatto e molto incerto.
Il selloff di ierì è stato diffuso con tutti i settori azionari in Europa e USA in rosso fuoco. I più colpiti sono stati i settori dei viaggi, delle banche e della tecnologia ma anche i settori pharma e biontech non sono stati risparmiati. Anche l’euro è in forte calo poiché gli investitori considerano gli asset di rischio europei particolarmente vulnerabili in caso di guerra piena.
Questa situazione di probabile conflitto sta dando un duro colpo alla fiducia delle imprese e dei consumatori in Europa e l’aumento dei prezzi dell’energia sembra sempre più probabile con conseguenze insostenibili. Immaginiamo un’interruzione prolungata del flusso di petrolio e gas cosa potrebbe causare in tutta Europa …
Il panic sell che abbiamo subito ieri è stato evidente, con gli investitori che si sono riversati in oro, dollaro e materie prime. Al momento giusto, il greggio è salito di nuovo superando i 95 dollari al barile, un record degli ultimi otto anni. I più pessimisti pensano che il petrolio raggiungerà presto i 100 dollari al barile e questo può causare diversi nervosismi sui mercati azionari globali.
Ma cosa può succedere in caso di invasione Russa e quindi di conflitto ? Probabilmente aggraverebbe l’inflazione in Europa e USA e questo porterebbe ad un aumento repentino e più massiccio dei tassi di interesse.
Abbiamo già assaggiato cosa vuol dire l’aumento di interessi e proviamo ad immaginare una situazione ancora peggiore causata da un evento esterno come quello della guerra tra Russia e Ucraina: credo che lo shock sui mercati di marzo 2020 con l’inizio della pandemia , non sia nulla a confronto … Le borse Europee e USA sono già abbastanza martoriate e non reggerebbero un altro duro colpo .
Nell’ultimo periodo le azioni statunitensi sono scese in base ai dati sull’inflazione incontrollata e a causa dei timori che la Federal Reserve avrebbe dovuto aumentare i tassi di interesse in modo più aggressivo ; ora aggiungiamo il potenziale di guerra in Europa e facciamo presto ad immaginare i professionisti di Wall Street che inizieranno a ridurre pesantemente le loro proiezioni di crescita globale.
Nelle peggiori delle ipotesi possiamo ritrovarci con l’indebolimento del dollaro, un mercato del lavoro teso, l’aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime e l’inflazione elevata: questo può causare un crollo.
Oggi il mercato sembra aver ripreso alla grande con un bel verde in tutti i settori. Probabilmente le parole di Putin hanno avuto un ottimo impatto sui mercati e investitori : “La Russia non vuole una guerra” .
C’è da fidarsi ? Può essere un buon segnale ?
Tutto da vedere e da vivere … La cosa sicura è che bisogna camminare con i piedi di piombo e non fare mosse azzardate perchè qualunque notizia su questo fronte può creare degli Tsunami in positivo e in negativo.